Il museo
(Si ringrazia per i contenuti qui presentati, tratti dalla rivista Archeomolise, Luglio / Settembre 2012 – N°12 – Anno IV – a cura di Gabriella di Rocco)
Il museo raccoglie la collezione privata di opere d’arte donata al comune dall’architetto Giuseppe Barone nel 1897. E’ collocato al secondo piano dell’ex Palazzo Comunale che fu all’uopo ristrutturato alla fine del XIX sec. dallo stesso Barone, il quale attraverso l’adozione di alcuni elementi architettonici, come le bifore e le rimarcature della facciata, gli conferì, secondo le tendenze architettoniche dell’epoca, un aspetto classicheggiante, sottolineato ancor di più dalla pregevole meridiana di marmo bianco. Il museo, allestito secondo il progetto del Barone, è costituito da sole due sale espositive in cui sono collocate le teche originarie che contengono la raccolta. L’immagine che si ha, salendo lo scalone di accesso, è quella di entrare lentamente in un mondo remoto, dove il tempo si è fermato. Il museo, pur dopo consistenti restauri, è rimasto così come era in origine. La disposizione dei pezzi, le vetrine, tutto è rimasto immutato secondo i criteri espositivi dell’800, in modo che il museo rimanga apprezzato, non solo per la notevole quantità di reperti e opere d’erte esposte, ma per la perfetta conservazione dell’allestimento stesso. La prima sala, posta in adiacenza allo scalone d’ingresso, è caratterizzata, inoltre, dall’esposizione a parete di diversi dipinti di scuola napoletana, in cui si riconoscono opere di Luca Giordano e Francesco Solimena, e di scuola fiamminga, con il noto Mangiatore di Prosciutto. Sulla balaustra di questa sala è collocato un vaso canopo egiziano contenente ancora i resti di organi umani interni mummificati. Altre teche, invece, contengono vasellame italico a decorazioni geometriche, vasi attici a figure nere e a figure rosse risalenti al VI sec. a.C., terrecotte greche e romane, statuette, antefisse e vasellame vario. Nella seconda sala sono esposti vasi, bronzi, utensili da cucina, specchi e monili vari di provenienza etrusca. In essa, inoltre, sono conservate porcellane di epoche più recenti provenienti dalle fabbriche di Capodimonte e di Pescolanciano. Non mancano, secondo la moda delle collezioni ottocentesche, opere d’arte cinesi, giapponesi e indiane.
La pinacoteca
La quadreria del Museo di Baranello è costituita da opere di varia epoca e scuola, molte delle quali restaurate di recente a cura della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Molise
Sala uno - La ceramica greca e italiota
Le ceramiche greche e italiote della collezione Giuseppe Barone trovano posto nelle teche n. II, III e IV della prima sala del Museo Civico di Baranello e costituiscono un corpus di oltre 120 unità, unico per il Molise.
Sala uno: Oscilla e Astragali
Tra i numerosi reperti presenti il visitatore potrà ammirare una nutrita serie di categorie di manufatti che vanno dagli ex-voto religiosi alle antefisse, dai gocciolatoi alle lucerne, dai vasi alle statuette di diversa fattura e qualità.